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sabato 17 marzo 2018

PETER RABBIT

di Matteo Marescalco

Genitori, non vergognatevi di accompagnare al cinema i vostri figli e di ridere insieme a loro durante la visione di questo film targato Sony Pictures!

Ad essere adattato per il grande schermo è uno dei capisaldi della letteratura anglosassone per l'infanzia: Peter Rabbit, nato dalla penna della scrittrice ed illustratrice Beatrix Potter. Rimasto da poco orfano, Peter Rabbit, insieme alle sorelle Flopsy, Mopsy e Cotton-Tail e al cugino Benjamin, vive rubando gli ortaggi dal giardino del burbero signor McGregor, che ha ucciso in passato il loro padre. La morte di McGregor, stroncato da un infarto, restituisce nuova linfa vitale ai conigli, che si illudono di poter mettere piede liberamente nel suo giardino, senza più temere di essere cacciati o uccisi. L'eredità della casa di campagna, però, finisce tra le mani di un lontano nipote, un ragazzo di città che odia gli animali e le atmosfere bucoliche e che fa breccia nel cuore della vicina di casa, pittrice ed animalista convinta. Questo inaspettato amore è sufficiente a generare l'odio dei conigli nei confronti del nuovo proprietario di casa.

A catturare l'attenzione è innanzitutto la riuscitissima tecnica realizzativa del film che ibrida live action e CGI. Animali della campagna inglese ed esseri umani convivono raggiungendo la sensazione di un realismo percettivo totale che azzera ogni differenza tra innesto digitale ed universo analogico. L'interazione tra attori, paesaggio e creature è straordinariamente realistica: corse a perdifiato, cadute e musica martellante funzionano molto bene per entrambi i tipi di attanti. Nella sua esilità di fondo, la storia funziona puntando soprattutto su gag slapstick che puntano alla pancia dei più piccoli e situazioni surreali e battute nonsense rivolte principalmente agli adulti (le atmosfere alla Animal House sono dietro l'angolo). Il maiale dandy che non riesce a distaccarsi dai suoi istinti più primordiali, la volpe esibizionista ed il gallo nichilista sono tra le trovate comiche più interessanti del film e dimostrano la ricca elaborazione del distacco tra lungometraggio e racconti di partenza.

Probabilmente, in questo lavaggio in salsa yankee, si perde buona parte dello spirito inglese e della sua eleganza. Ogni elemento secondario è in grado di raggiungere un proprio spazio, tra intento pedagogico, omaggio alla tradizione e volontà di creare scompiglio. In vista delle prossime festività pasquali, Peter Rabbit potrebbe essere un'eccellente risposta al quesito sul film da vedere al cinema.

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