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mercoledì 21 settembre 2016

LA SCELTA DI LEONE RISCUOTE CONSENSI A TORINO

di Matteo Marescalco

Abbiamo pubblicato, pochi giorni fa, un articolo su La scelta di Leone, documentario di Florence Mauro che sarebbe stato proiettato in anteprima al Cinema Massimo di Torino il 20 Settembre. E, in effetti, ieri sera, la passione civile e la ricerca di libertà di Leone Ginzburg sono tornate ad essere protagoniste nel capoluogo piemontese. Oltre quattrocento spettatori hanno affollato il Cinema Massimo per potere assistere alla proiezione del primo documentario dedicato alla storica figura dell'intellettuale antifascista.

Presenti in sala tutte le personalità più vicine a Ginzburg, a cominciare dal figlio Carlo, gli eredi di Giorgio Agosti, Paola e Aldo, la comunità ebraica, Ernesto Ferrero, direttore uscente del Salone del Libro dopo i molti anni passati alla casa editrice Einaudi, Malcolm Einaudi della Fondazione Giulio Einaudi, Andrea Bobbio, erede di Norberto, i rappresentanti dell’Unione Culturale Antonicelli, delle Fondazioni Nocentini e Revelli, dell’Istituto Piemontese per la Storia e la Resistenza e della Società Contemporanea e gli alunni e docenti dei principali licei torinesi a cominciare dal Liceo Massimo D’Azeglio dove Ginzburg si è formato. La proiezione è stata introdotta da Paolo Manera, Presidente della Film Commission Torino, la produttrice Enrica Capra per GraffitiDoc e la regista Florence Mauro, e si è conclusa con un dibattito moderato da Ernesto Ferrero insieme a Paola e Aldo Agosti, Giovanni De Luna e alla regista del documentario.

Ernesto Ferrero: «Sono felice di vedere un pubblico così ampio a rendere omaggio a un gigante del Novecento. Leone ha fatto parte di un gruppo di ragazzi che ha affrontato la repressione di un regime anche fisicamente con la prigione e che ha pensato di costruire una casa editrice per mettere insieme il dopo, di cui ancora mi stupisce la lungimiranza, la lucidità dello sguardo. Rimango senza parole se penso che erano ragazzi che, all'epoca, avevano vent'anni».

Florence Mauro: «Dopo aver incontrato dei ragazzi dell'università, volevo raccontare come la cultura possa diventare uno strumento e un elemento di resistenza».

Carlo Ginzburg: «Di mio padre Leone ho amato, come nel documentario traspare, come
l'uomo di cultura e il politico siano sempre stati intrecciati e non sia mai stato un dilemma scegliere tra l'uno e l'altro. Ringrazio Florence e chiunque abbia contribuito a realizzare questo documentario».

Paola Agosti: «Io conoscevo Leone dalle parole di Natalia e dai ricordi di mio padre, per capire poi nel tempo la grandezza della sua figura che trovo particolarmente adatta per spiegare ai giovani un periodo storico così significativo per l'Italia. Quella generazione di intellettuali ha reso possibile un futuro migliore ai ragazzi che sono venuti dopo».

Aldo Agosti: «Ciò che affiora in questo bellissimo documentario è la straordinaria capacità di Ginzburg nella leadership. Mi domando cosa sarebbe stata la sua vita se non fosse stata troncata così presto».

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