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giovedì 4 giugno 2015

LO STRAORDINARIO VIAGGIO DI T.S. SPIVET

di Mara Siviero


Uscito addirittura quasi due anni fa in Francia e presentato all’ultimo Festival di Roma, nella sezione parallela Alice nella città, è arrivato da qualche giorno anche nelle nostre sale Lo Straordinario Viaggio di T.S. Spivet di Jean-Pierre Jeunet, già regista del cult con Audrey Tautou, Il Favoloso mondo di Amelie (2001).
Questo film di avventura narra la storia del bambino prodigio T.S. Spivet, di 10 anni (interpretato da Kyle Catlett), che vive in un ranch isolato, nello stato del Montana in America, con la mamma (Helena Bonham Carter), ricercatrice in morfologia degli insetti, il padre cowboy dalle vedute ristrette (Callum Keith Rennie), una sorella il cui unico scopo è diventare Miss America (Niamh Wilson), e lo spirito sempre presente del fratello gemello di T.S., Layton (Jakob Davies), scomparso precocemente per un incidente nel fienile. Questa perdita sarà di tale entità da essere presente, con delicatezza, per tutta la durata della pellicola, responsabile com'è di un inevitabile cambiamento dei caratteri di ogni membro della famiglia.
T. S. Spivet è un bambino solo e sviluppa la sua non comune intelligenza nell'ambito della fisica, dando vita ad una serie di progetti concreti in grado di sovrastare le sue leggi.
La svolta per il ragazzino arriva quando l’istituto Smithsonian di Washington gli comunica di aver vinto il premio dell’anno per l’elaborazione di un modello di moto perpetuo.
La vera identità di Spivet è ignota all’Istituto, che pensa sia un adulto; mentendo, Spivet decide, non senza momenti di sconforto, di attraversare da solo l’America e ritirare il premio che ha meritatamente vinto. 
Tratto dal libro Le mappe dei miei sogni di Reif Larsen, il film alterna registro fantastico e drammatico, tra la nostalgia del protagonista, testimone e probabile responsabile della morte del suo gemello, e la necessità di attenzioni che puntualmente non arrivano da parte della sua famiglia.
Il tema principale dell'ultimo film di Jeunet riguarda la tragedia familiare e l'elaborazione del lutto.
La questione del viaggio assume il valore di un pellegrinaggio volto ad affrontare il lutto da parte di tutta la famiglia. Il movimento nello spazio più che simboleggiare le vive speranze per il futuro, affidandosi allo stile fantastico e dai colori pastello dei ricordi nostalgici di T.S., ha il valore di un viaggio nel proprio passato. Ed è proprio sulle ampie panoramiche degli stati americani attraversati dal genietto in miniatura che si stagliano i fantasmi del tempo che fu.
Il climax emozionale arriva solo alla fine, quando tutta la famiglia si ricongiunge in un unico abbraccio, ristabilendo un equilibrio volto a superare il lutto per la perdita del figlio/fratello e a seguire la vita del domani colmando le mancanze affettive di ogni membro famigliare, che fino ad allora ognuno sapeva di ignorare.
Dedicato per lo più ai bambini, Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet si fa foriero di messaggi stratificati che sono validi per essere colti anche dalle generazioni che precedono i più piccoli; essere sempre attenti alle necessità dei nostri cari, affrontare insieme i problemi, e non diventare il pasto di media ed istituzioni per evitare che il proprio genio venga sfruttato dagli altri e dare il contributo per il moto perpetuo del benessere affettivo familiare sembrano essere il grande tesoro che lo spettatore e Spivet si trovano a scoprire alla fine del loro viaggio.

 

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